PEDAGOGIA

JOHN DEWEY

maelstrom: La democrazia creativa di John Dewey. Un libro curato da  Giovanni Dessì 

 Con l'educazione nuova l'attenzione si spostò dal maestro al fanciullo, dunque vi fu una rivoluzione. John Dewey fu il primo a esplorare nuove pratiche di insegnamento, il loro ordinamento entro un quadro sistematico, filosofico e politico. Egli nacque il 20 ottobre 1859 a Burlington, in Vermont, successivamente studiò all'Università di Baltimora e dopo la laurea si avviò alla carriera universitaria, occupandosi di etica, logica e psicologia. Provò un crescente interesse per le tematiche dell'educazione, anche per la nascita dei suoi figli. Nel 1896 a Chicago fondò una scuola infantile ed elementare con una nuova concezione, facendolo diventare un vero e proprio laboratorio di psicologia e pedagogia sperimentali, questo portò dissapori con le autorità e nel 1905 lasciò Chicago per andare a lavorare all'Università di New York, poco dopo pubblicò i suoi lavori più importanti "Democrazia e educazione", "Le fonti di una scienza dell'educazione", "Come pensiamo" e "Esperienza e natura". Furono numerosi i viaggi che fece nel mondo, al fine di avere una visione più universale per i suoi studi sulla natura della democrazia. Morì a New York il 2 giugno 1952.

I suoi primi scritti si riferiscono all'esperienza che aveva avviato a Chicago, in essi si trovano i motivi principali della sua pedagogia. Uno dei più importanti è "Il mio credo pedagogico", in cui l'educazione è presentata  come un processo attraverso cui l'individuo assimila le abilità, le capacità, le conoscenze e le tecniche conquistate dall'umanità. Tale processo riguarda sia l'ambito sociale che quello psicologico, infatti l'educatore deve stimolare e rafforzare le potenzialità individuali, ma deve anche favorire l'inserimento costruttivo del bambino nella società in cui vive.

In "Scuola e società" e egli fa un resoconto dell'esperienza della scuola sperimentale annessa la facoltà pedagogica di Chicago. Secondo lui la scuola deve essere organizzata a partire dai bisogni e degli interessi infantili, inoltre deve funzionare come una piccola comunità, in cui si riproducono le caratteristiche della vita sociale esterna ed è concepita come una forma progressiva, poiché l'attività che si svolge al suo interno presuppone uno sviluppo graduale dell'allievo.

Il saggio più importante è "Democrazia e educazione", in cui spiega che l'educazione non è un fenomeno individuale, ma un'attività sociale attraverso cui l'individuo eredita le conquiste e i progressi, ma allo stesso tempo rifiuta ciò che può essere dannoso o i valori ormai tramontati. La democrazia è la forma di convivenza più completa in quanto esige la partecipazione attiva di tutte le persone e offre la garanzia che ognuno possa dare alla società il meglio di sé. Dewey notava uno stretto rapporto tra democrazia e educazione, che è alla base della relazione interattiva tra scuole società. Secondo lui la scuola deve valorizzare gli individui secondo le proprie potenzialità ed è una condizione indispensabile per una società in cui gli esseri umani possono sperimentare in modo personale la democrazia.

Egli ritiene che l'esperienza sia posta alla base di ogni conoscenza umana e venga presentata come intreccio permanente ed evolutivo tra l'essere umano e natura, dunque i fatti fisici e le operazioni mentali sono eventi empirici. Il pensiero è lo strumento necessario per agire nell'esperienza e si presenta attraverso la capacità riflessiva. Infine la conoscenza è un sapere continuamente verificato dell'esperienza e costruito secondo un metodo scientifico.

Concetti fondamentali alla base della sua pedagogia sono la nozione di esperienza e il principio della società democratica. Infatti Dewey riteneva che pensare significasse immergersi nell'esperienza per trasformarla.

Egli intendeva il sapere come un processo continuo. Questo è possibile se l'educatore sa creare le condizioni ambientali adatte, affinché i bisogni e le capacità possano manifestarsi in esperienze educative. Infatti secondo lui il limite principale della sua tradizionale era la mancanza di un ambiente adatto.

Le sue riflessioni portarono a proposte di riformismo scolastico negli Stati Uniti. Inoltre egli diventò simbolo di rinnovamento educativo nel nome dei diritti dell'infanzia e della concezione democratica della scuola. La sua concezione era pragmatista ed empirica, questo non gli impedì di riconoscere l'importanza delle finalità etiche dell'educazione, che egli individuò nei valori propri del metodo scientifico. Questi valori dovevano avviare l'umanità verso una nuova forma di religiosità.

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