SOCIOLOGIA

 

LA RAZIONLIZZAZIONE 

La razionalizzazione del lavoro avvenne verso la fine del 1800, grazie al contributo di Taylor, un ingegnere ed imprenditore statunitense. Egli elaborò una concezione scientifica del lavoro che riconobbe la necesità di un'istruzione al lavoro e una distinzione tra le figure direttive e quelle esecutive. Questi principi vanno a costituire una società burocratica, seguendo una logica pere scopo e scegliendo i mezzi minuziosamente. Così lo Stato si dota difunzionari competenti a questi scopi e di gerarchie di comadno. Dunque, il processo di razionalizzazione, si caratterizza in primo luogo da una formazione di linguaggi capibili da tutti. Infatti, i linguaggi della razionalizzazione sono universali. In secondo luogo vi è la pretesa di migliore l'efficacia e l'efficienza delle azioni, attraverso l'adozione di tecniche senza nuove. Inoltre, il razionalismo rende le azioni imperiali: è l'essere umano a doversi adattare alle azioni che vengono compiute, non viceversa.

L'INDIVIDUALIZZAZIONE

Quando gli individui, in una società, si trovano libri di scegliere indipendentemente dai punti di riferimento comunitari, si ha il processo di individualizzazione. In questo senso, l'individualizzazione può essere intesa come autodeterminanizzazione, ma anche come autonomia morale. Però, più un individuo tenta di affermare se stesso, più diviene responsabile di ciò che fa: può attribuire solo a se stesso gli esiti delle sue azioni, tramire la ragione.

L'INDIVIDUALISMO

Molto soesso però l'individualizzazione comporta dei risvolti crititci. Infatti autodeterminarsi significa anche solitudine e manca di riferimenti carti: subure le conseguenze delle proprie azioni è più impiegativo di seguire una cultura nelle sue regole.L'ansia legata al bisogno di individualizzarsi, comporta un altro fenomeno: l'individualismo, ovvero il continuo bisogno di esteriorizzare il proprio io in modo che siano gli altri a determinarsi.

L'OMOLOGAZIONE

Paradossalmente, le libertà che ci è stata data di individuarci, finisce per renderci tutti uguali. Infatti, la standardizzazione è l'unico mezzo attraverso cui le istituzioni sono in grado di governare la complessità delle persone; dunque gli interessi del singolo possono essere soddisfatti unicamente guardando alla massa.  Si va a costituire così la società di massa, ovvero una società in cui le masse raggiungono la ribalta sociale, diritti. Concretamente, la società di massa prende corpo quando si estendono a tutti gli strati sociali, privilegi e diritti fondamentali, quali la disponibilità economca, l'istruzione, la partecipazione politica, ecc... Quando questo accade, le facoltà di decidere sfuggono al singolo privilegiato e vengono veicolate da una massa. DI riflesso, però anche le scelte prese si ripercuotono sulla collettività. Lestensione a tutti dei privilegi produce la massificazione, ovvero l'eliminazione di ogni differenza, anche comportamentale. 

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