PEDAGOGIA

  LE VIE DELL'ALFABETO 

La lotta control'ignoranza


Analfabetismo in Italia dal 1861 al 1991

 Nel secondo Ottocento, dopo l'unità d'Italia, vi era la necessità di dare vita ad una cittadinanza comune tra i cittadini. Le vie dell'alfabeto, ovvero la diffusione dell'istruzione e un forte sentimento patriottico, furono gli aspetti che consentivano di creare una popolazione più unita. Come la scuola, anche l'esercito consentiva di unificare i giovani italiani perché potevano entrare in contatto con giovani di regioni diverse e partecipare alla retorica patriottica. Ogni esperienza civile era ispirata alla sacralità della monarchia dato che il re era visto come il "padre" di tutti gli italiani e la regina come una madre. In circa mezzo secolo l'Italia cominciò ad allinearsi con i paesi europei più sviluppati e il modello della società alfabeta ebbe una forte  accelerazione. Il tasso di analfabetismo rimase comunque molto alto, infatti nel 1901 il 50% della popolazione era analfabeta. Saper leggere, scrivere e contare furono abilità sempre più associate all'evoluzione sociale, economica e civile e per questo lo stato impose i vincoli di obbligatorietà procedendo così alla scolarizzazione delle giovani generazioni. la lotta contro l'ignoranza si misurò con difficoltà di ogni genere (arretratezza economica, indifferenza dei genitori...) ma molte furono le risorse messe in campo, infatti per un evento di tale portata era importante che la società esprimesse un giudizio positivo. 

La diffusione dela scuola


Breve storia della scuola italiana dall'unità ad oggi | ~ gabriella giudici

La scolarizzazione divenne obbligatoria dal 1877 fino ai nove anni e dal 1904 fino ai dodici, e il modello d'istruzione ottocentesca era differente da quello dei secoli precedenti, infatti era legato alla frequenza obbligatoria ed era perlopiù gestita da personale laico.  La scuola elementare divenne un unico tipo di scuola che doveva soddisfare le esigenze di chi continuava gli studi e di chi la frequentava per pochi anni. Tramite la diffusione dell'istruzione lo stato liberale rafforzò la sua influenza sulla società dato che coloro che erano istruiti diventavano dei "buoni cittadini". Le ambizioni della legge Casati rimasero a lungo disattese, infatti il cammino verso la piena scolarizzazione infantile procedette lentamente. Uno degli aspetti più innovativi fu la scolarizzazione femminile, ma nonostante questo le donne disponevano di una capacità inferiore di leggere e scrivere rispetto ai loro coetanei maschi. 

L'educazione degli adulti

Tra ottocento e primo novecento si moltiplicarono le iniziative per la scolarizzazione di adulti analfabeti e vennero per questo istituite le scuole reggimentali, ovvero le scuole per soldati. Altri luoghi dell'educazione furono le scuole serali e festive le quali erano finanziate da comuni e privati che ritenevano l'istruzione importante anche per la formazione di un'opinione politica personale. Qualcosa di simile accadde anche in campo agricolo, infatti numerose forme di istruzione agraria furono predisposte nell'ambito dell'attività delle cattedre ambulanti di agricoltura con lo scopo di spiegare un'azione continua e salutare sui possedenti e sui campagnoli. Anche le scuole tecniche agrarie svilupparono un'intensa attività di informazione. Furono molto attive anche le società di mutuo soccorso, che avevano scopi previdenziali ma anche rivendicativi (come i sindacati oggi). Queste puntarono a stimolare nei ceti artigiani e operai una mentalità fondata su un rapporto stretto tra lavoro manuale e cognizioni tecniche e scientifiche, che poggiavano su una visione laica dell'esistenza. La connotazione areligiosa di molte iniziative, suscitarono l'allarme del mondo cattolico che però non si opposero all'idea di una nazione italiana, ma si impegnarono a difendere l'idea di un'Italia cattolica. 

LE NUOVE PROFESSIONI EDUCATIVE 

I cambiamenti dell'Italia alfabeta furono segnati anche da trasformazioni riguardanti le figure educative del campo dell'istruzione e dell'educazione e la principale fu la nascita della moderna figura del maestro elementare. Si cominciò a costruire infatti un gruppo di persone professionalmente dedicate all'insegnamento primario e anche la crescita delle insegnanti donne fu molto impetuosa e loro furono avvantaggiate dal fatto che la professione magistrale fu sempre meno attraente per gli uomini. La figura della maestra madre ed educatrice fu sempre presente dato che la donna sembrava più adatta ad occuparsi dei bambini. La professione di maestra fu inoltre una delle prime possibilità delle donne per essere indipendenti ed autonome consentendo loro di emanciparsi socialmente. Una figura particolare fu quella della suora-maestra che unì la vocazione religiosa con quella educativa. La maggior parte degli asili del secondo ottocento erano gestiti da religiose appartenenti a congregazioni religiose. Altra inedita figura fu quella dell'insegnate di ginnastica, il quale dal 1878 venne inserito all'interno della scuola e non più solo nelle società di ginnastica. Si stabilizzò anche la figura di educatore per soggetti disabili, di cui ricordiamo Pendola, di Netro, Pini, Montesano e la Montessori. Anche il medico divenne una figura simbolica di mediazione tra ceti dirigenti e strati popolari e nello sforzo di popolarizzazione di cultura medico igienica si incrociano i destini dei medici e dei maestri. La scienza medica venne così volgarizzata attraverso la pratica igienica che è associata ad un quadro di valori condotti al rispetto delle norme igieniche.

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