SOCIOLOGIA

DIMENSIONE POLITICA DELLA SOCIETA'

Il ritorno della politica | Il Domani d'Italia

Ogni società si basa sulla condivisione di un certo numero di norme più o meno esplicite. Molte norme non hanno bisogno di essere formalizzate in leggi scritte perché non così importanti ma ogni società evoluta tende a formalizzare le norme sociali che ritiene più importanti rendendole vincolanti per tutti i suoi membri, divengono quindi leggi.

Formalizzare non significa necessariamente scrivere; una norma si formalizza quando il suo contenuto viene reso esplicito, anche solo verbalmente da un’autorità riconosciuta. Le norme sociali informali sono per natura implicite.

Quelle che noi chiamiamo leggi sono norme sociali che sono state formalmente codificate e perciò sono univoche, sicure, uguali per tutti. La formalizzazione delle norme sociali è uno strumento attraverso cui la società cerca di limitare e prevenire la possibilità dei conflitti sociali o comunque regolarli e risolverli.

Una delle principali differenze tra norma informale e formale sta nel fatto che per essere formalizzata una qualsiasi regola deve ottenere l’assenso esplicito delle persone. L’esistenza delle norme scritte prevede e istituzionalizza l’intervento attivo e consapevole dei soggetti sociali nella loro definizione.

Ovunque ci sono norme formali ci sono istituzioni o organizzazioni sociali che ne hanno accurato la stesura e ne sono la fonte e la garanzia di legittimità. Tali organizzazioni formano il complesso delle istituzioni politiche, che non solo fissano le regole comuni formali ma governano e organizzano anche molti aspetti pratici della vita nella società.

LA POLITICA E LO STATO

Nel mondo moderno le istituzioni politiche coincidono con apparati dello Stato; questo è titolare legittimo del diritto di fare le leggi e anche l’unico soggetto sociale capace di farle rispettare. Lo Stato è un’organizzazione sociale attraverso cui, nella società moderna viene istituzionalizzato il potere politico.

Quando si mette il potere in mano ad un solo individuo per gli altri si può creare una situazione molto pericolosa, per questo attraverso lo Stato la società disciplina l’esercizio del potere istituzionalizzandolo, cioè sottoponendolo a regole di validità generale. Potremmo anche dire che lo Stato è la burocratizzazione del potere politico.

Inoltre nello Stato moderno nessuno è autorizzato a usare la forza a propria discrezione. Affiche vi sia l’istituzionalizzazione del potere da parte dello Stato è necessario che l’uso della forza sia vincolato a regole codificate, a determinate organizzazioni, a occasioni circoscritte.

In sociologia si definisce lo Stato come quel soggetto sociale che detiene il monopolio dell’uso legittimo della forza fisica.

Essendo l’unico soggetto che può ricorrere in modo legittimo all’uso della forza per far rispettare la propria volontà lo Stato è sovrano.

Solo la standardizzazione impersonale dei ruoli connessa con l’istituzionalizzazione permette di considerare l’uso della forza da parte di un singolo individuo come illegittimo e quindi eventualmente di porvi rimedio.

Una seconda caratteristica dello Stato è lo svolgimento della sua funzione di organizzare nel suo insieme la società diventando la principale agenzia dell’istituzionalizzazione della società. Ciò può creare un conflitto tra Stato e cittadino, che vede in esso il responsabile di un processo che gli sta sottraendo sempre più autonomia e libertà individuale a favore di comportamenti standardizzati e spersonalizzati (es. uso dei dialetti- lingua ufficiale).

Grazie al monopolio dell’uso della forza lo Stato è l’unico soggetto capace di fornire loro validità e legittimità. La legittimità della sovranità di uno Stato consiste nel consenso che esso riesce ad ottenere dai cittadini anche senza esercitare effettivamente o potenzialmente la sua forza. La legittimità riconosciuta allo Stato pone questa organizzazione sociale in una posizione privilegiata, questo non è solo legittimato a formulare le leggi e a farle rispettare ma ha anche l’autorità di imporre regole estranee alla cultura dominante e quindi di guidare l’evoluzione della società verso obbiettivi predefiniti. Lo Stato legittimo è quel soggetto sociale a cui vengono riconosciuti i diritti e il potere di governare la collettività.

ALCUNI ASPETTI DELLA SFERA PUBBLICA

Una nuova sfera pubblica? - Pandora Rivista

Non tutto ciò che concerne il governo della società passa attraverso l’apparato statale, la sfera pubblica non coincide con le istituzioni e organizzazioni statali.

Alla sociologia interessa soprattutto chiarire come tutti i soggetti sociali si comportino nell’affrontare le questioni di rilevanza collettiva.


In sociologia si usa più frequentemente il concetto di società civile per indicare l’insieme di tutti quei soggetti sociali che svolgono un ruolo attivo nel porre, affrontare o risolvere questioni di rilevanza collettiva e che non fanno parte della sfera delle istituzioni politiche (sindacati, movimenti sociali spontanei -no global-, movimenti di ispirazione religiosa e per la difesa di interessi specifici -ecologistiche, turistiche, tutela dei consumatori-). 

Queste non si sostituisce allo Stato ma anzi necessita un ordine istituzionale che dia un indirizzo e che ponga un freno alle spinte contrapposte dei diversi gruppi sociali.

Siccome lo Stato non è onnipotente, spesso le società tendono ad organizzarsi prima che si verifichi l’intervento delle istituzioni politiche (gli stati totalitari del Novecento riuscirono a mantenersi grazie al controllo capillare di tutte le manifestazioni della società civile che vennero sottomesse allo Stato, al partito o alla polizia segreta).

La polita è la sfera di tutte quelle azioni il cui scopo finale consiste nel governare i comportamenti e gli atteggiamenti collettivi, nel risolvere i conflitti e nel gestire una parte delle risorse. Qualsiasi soggetto sociale che voglia dire la propria nei fatti e nei processi riguardanti l’intera collettività deve conquistarsi una posizione di potere.

La politica è quella sfera della società in cui avvengono la distribuzione del potere politico e la lotta per la sua conquista, nonché quell’ambito in cui il potere politico viene esercitato nella definizione delle norme formali, nella risoluzione dei conflitti e nella distribuzione delle risorse.

Ogni singolo uomo politico è spinto da motivazioni proprie ma queste non hanno importanza sociologica perché non spiegano a cosa serva l’esistenza della politica.

La politica è utile alla società perché consente di risolvere i conflitti interni ed esterni senza ricorrere alla violenza, di formalizzare le norme e di distribuire le risorse collettive. Anche se si tratta di una forma istituzionalizzata di lotta per il potere, la politica ha una funzione socialmente utile.

LE PRINCIPALI FORME DI REGIME POLITICO

Esistono diversi tipi di regimi politici: in Europa, per secoli ha predominato lo Stato assolutista in cui il potere è concentrato nelle mani del monarca.

Oggi tutte le società occidentali hanno un regime democratico. Il termine democratica significa “governo del popolo” cioè un governo in cui la formulazione delle leggi e il governo dello Stato appartengono al popolo. Il nucleo distintivo della democrazia risiede nell’ampia corrispondenza tra ciò che lo Stato fa e ciò che “pensa” la società governata. Le leggi non sono imposte dall’esterno ma maturano dal suo interno. Proprio per questo è vista come la migliore forma di governo e che meglio permette di regolare i conflitti tra i soggetti sociali.

Al contrario del potere democratico, quello totalitario si concentra in una sola persona o un ristretto gruppo di persone. Esempi lampanti vengono dati dal Novecento, con il nazismo hitleriano e lo stalinismo in Unione Sovietica (il fascismo italiano non può essere considerato un totalitarismo perché, se pur solo formalmente, il potere del duce era subordinato a quello del re).

Uno degli strumenti fondamentali del totalitarismo è l’ideologia, cioè ogni credenza utilizzata per controllare i comportamenti collettivi e che non ammette opposizione. Il regime totalitario inoltre impone ai cittadini dei comportamenti senza un reale consenso ma basandosi esclusivamente sull’uso della forza che diventa una pratica quotidiana. Per questo è obbligato ad organizzare un corpo di polizia che controlli la vita dei cittadini, reprima le proteste e prenda provvedimenti anche solo in base a sospetti. Ha inoltre un forte potere discrezionale e può decidere senza rendere conto alla magistratura.

Un altro importante carattere del totalitarismo è il controllo dell’informazione insieme alla designazione di un nemico assoluto. Il controllo delle informazioni avviene attraverso il controllo della stampa attraverso la censura, ma viene anche applicata su tutte le altre forme di arte. Il nemico assoluto è un soggetto di qualsiasi tipo, interno o esterno indicato come pericolo dall’élite del partito.

LE CARATTERISTICHE DELLA DEMOCRAZIA: IL CONSENSO POPOLARE

Quando la democrazia non è democrazia

La democrazia possiede alcune caratteristiche che la rendono particolarmente adatta alla società in cui viviamo.

La prima è la capacità di conferire un alto grado di legittimità allo Stato. La legittimità dipende dal consenso popolare che lo Stato è in grado di ottenere senza l’uso della forza. È infatti molto più facile governare delle persone quando esse sono convinte che ciò sia legittimo e avendo la loro stima.

Il consenso popolare è un aspetto irrinunciabile per un regime democratico ma anche i totalitarismi cercano di ottenerlo attraverso la propaganda nonostante il dittatore possa governare anche senza. In democrazia la società effettua un controllo forte e continuo sull’operato della sfera politica attraverso le elezioni periodiche e il pericolo di mancata rielezione è l’arma attraverso cui la società lega a sé i detentori del potere.

LE CARATTERISTICHE DELLA DEMOCRAZIA: LA RAPPRESENTANZA

Esistono due forme di rappresentanza all’interno del regime democratico: la democrazia indiretta e la democrazia diretta.

Nel primo caso il popolo decide solo attraverso l’intermediazione di uno o più dei suoi rappresentanti, nel secondo caso invece il popolo decide in prima persona.

Ciò che distingue queste due forme di rappresentanza è il meccanismo della rappresentanza: tutti possono dire la loro non però parlando direttamente in prima persona ma affidando il compito ad un altro, cioè il rappresentante. La forma indiretta è quella normalmente utilizzata nella gestione politica della società e significa dire che gli eletti affrontano uno spaccato significativo della società che li ha votati.

La forma diretta di rappresentanza appare in verità più problematica da attuare e meno affidabile nei risultati. Un esempio di forma indiretta è il referendum abrogativo che però presenta due grossi limiti: da un lato è particolarmente costoso e difficile da gestire, dall’altro è meno efficace nel salvaguardare i principi e i valori su cui si basa il sistema politico democratico. 

 LE CARATTERISTICHE DELLLA DEMOCRAZIA: LA FRAMMENTAZIONE DEL POTERE E IL RISPETTO DELLE MINORANZE

Il valore reale della democrazia sta nella capacità di dar voce alla pluralità. Quando il potere è frammentato e distribuito tra tanti soggetti diversi e antagonisti, tutti possono accedere ad una parte delle risorse. Nella democrazia diretta non vi è spazio per la mediazione e la scelta della maggioranza vince mentre la minoranza deve adeguarsi. Il governo della maggioranza può tradursi in una “dittatura della maggioranza” quando esso non riconosce alla minoranza la legittimità dei suoi interessi.

Uno degli aspetti distintivi di un regime democratico è il rispetto dei diritti e delle esigenze delle minoranze ed in questo la democrazia indiretta è molto più efficace.

In un sistema democratico maturo la frammentazione e il pluralismo sono inoltre garantiti e potenziati da molte forme di controllo incrociato tra vari poteri. Tradizionalmente si distinguono i tre poteri fondamentali: potere legislativo, giudiziario e esecutivo. Ognuno di questi è sottoposto al controllo dell’altro. Ma in realtà la suddivisone del potere è molto più capillare e si estende anche società civili composte da gruppi di interesse e opinioni in competizione e negazione senza mai prevalere sulle altre. Per definire tale situazione si usa il concetto di poliarchia (governo dei molti).

I RISCHI DELLA DEMOCRAZIA

Anche se adottato in tutti i paesi sviluppati, la democrazia presenta degli elementi fragili.

Negli ultimi anni l’appoggio ai partiti è sceso drasticamente perché l’elettore del XXI secolo è convinto di esercitare il suo diritto al voto per scegliere il “male minore”, avendo la ferma convinzione che i politici siano tutti uguali.

Insomma, pare proprio che sia stato rescisso il legame ideale che aveva portato al sorgere di tali organizzazioni, dando origine alla partitocrazia, l’accentramento del potere reale negli organi dirigenti del partito a scapito del parlamento e del governo.

Inoltre le persone oggi giorno hanno molte esigenze che i politici non riescono a soddisfare e quindi si trovano ad impiegare competenze tecniche sempre più raffinate. Il principio stesso della democrazia viene meno e si passa alla tecnocrazia, il sistema politico fondato sulla gestione del potere da parte dei tecnici.

Inoltre tra le debolezze dei sistemi democratici va ricordata anche l’influenza della televisione e gli altri media che svolgono una funzione chiave nella creazione del consenso politico. Molti sostengono, infatti, di essere davanti ad una mediocrazia.

 

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